Richard Davidson e colleghi (“Laboratory for Affective Neuroscience” – Università del Wisconsin) hanno dimostrato che le persone che normalmente soffrono di problemi emotivi hanno un’attività più accentuata nella corteccia prefrontale destra rispetto a quella sinistra. Questa attivazione destra si osserva più spesso nelle persone ansiose, depresse o ipervigili (che controllano meticolosamente l’ambiente andando alla ricerca dei possibili pericoli). Le persone meno inclini al malumore tendono invece ad avere un’attività più vivace nella corteccia prefrontale sinistra.
Sono stati riscontrati spostamenti notevoli verso l’attivazione prefrontale sinistra nel cervello di vari monaci tibetani che avevano praticato la meditazione da 10000 a 50000 ore (Goleman, 2003).
Davidson ha considerato la possibilità che le persone dotate per natura di un’attivazione sinistra maggiore scelgano di dedicarsi alla meditazione e che la prevalenza sinistra osservata in questi soggetti possa non essere una conseguenza ma una causa di tale pratica. Così, Davidson e Jon Kabat-Zinn hanno reclutato un gruppo di operai sotto stress di una ditta di biotecnologie e hanno insegnato a metà di loro la meditazione di consapevolezza tre ore alla settimana per due mesi. Poi hanno confrontato questo gruppo con uno simile composto da colleghi a cui non era stata insegnata la meditazione. Il gruppo che aveva ricevuto l’insegnamento ha in seguito dimostrato un’attivazione sinistra maggiore rispetto all’altro. Queste persone hanno anche riferito miglioramenti dell’umore e una sensazione di maggiore impegno nelle loro attività. Inoltre, è assolutamente illuminante la scoperta successiva alla misurazione delle risposte dei soggetti ai vaccini contro l’influenza. Il gruppo a cui era stata insegnata la meditazione ha avuto un’immunoreazione maggiore rispetto all’altro (hanno prodotto anticorpi utili in quantità maggiore). Il grado di questa differenza corrispondeva al grado dello spostamento verso l’attivazione corticale prefrontale sinistra.