I valori e i costumi propri di una cultura giocano un ruolo fondamentale nel determinare se una certa modalità di comportamento infantile si possa sviluppare liberamente oppure debba essere considerata un problema. Per esempio, in Thailandia vengono più frequentemente sottoposti a osservazione clinica bambini con problemi di ipercontrollo, come la timidezza, mentre negli Stati Uniti sono più comunemente posti sotto osservazione quelli con problemi di ipocontrollo, come l’aggressività o l’iperattività. La religione buddista, largamente praticata in Thailandia, disapprova e scoraggia l’aggressività.
Il modo in cui i bambini vengono educati in Thailandia riflette l’intolleranza nei confronti del comportamento ipocontrollato. Inoltre, risulta che i problemi di ipercontrollo sono più frequenti negli adolescenti che nei bambini, e ciò avviene perché le regole buddiste sono molto severe durante gli anni dell’adolescenza, in cui i giovani maschi a volte servono come novizi nei templi, un’attività che richiede una rigida disciplina e grande autocontrollo.
Secondo questo studio (Weisz et al., 1987), siccome il comportamento ipocontrollato è attivamente scoraggiato dalla cultura thailandese, i bambini hanno maggiori probabilità rispetto a quelli americani di sviluppare problemi di ipercontrollo. Ma, potrebbe invece essere che gli adulti in Thailandia abbiano una minore tolleranza verso i problemi di ipocontrollo. Da ulteriori ricerche è emerso che i genitori e gli insegnanti thailandesi hanno una tolleranza maggiore rispetto agli americani sia nei confronti del comportamento ipocontrollato sia verso quello ipercontrollato. Dunque pare che ci sia una prevalenza più alta di problemi di ipercontrollo in Thailandia, ma è anche possibile che i genitori thailandesi siano troppo imbarazzati per cercare aiuto per il comportamento ipocontrollato dei figli, perché sono riluttanti a rivelare di avere un figlio aggressivo e disubbidiente.