Fondamentale nella terapia è la consapevolezza di sé, che è strettamente collegata ad un’esistenza psicologicamente vitale. Rabbia, ansia o tristezza sono abbastanza diverse dal punto di vista delle storie che le hanno generate, ma in ognuna di esse sono simili le implicazioni sociali e psicologiche.
La base per il sé come costante consapevolezza è una descrizione verbale di ciò che avviene nel momento presente. Gli skinneriani chiamano questa descrizione “tact”. Il sé concettualizzato si realizza integrando osservazioni e descrizioni in una storia di sé valutativa. Con gli interventi ACT si favorisce, invece, il sé come processo, basato su semplici azioni relazionali il cui fulcro è accorgersi di ciò che è presente, senza fusione cognitiva.
La capacità di imparare a descrivere quello che si sente o si pensa può essere facilmente compromessa da ambienti emotivamente impoveriti o da ambienti sociali disfunzionali, o da ambienti che incoraggiano l’evitamento esperienziale in modo tale che l’individuo ha dei contatti distorti con le proprie esperienze difficili.